Le emozioni sono una realtà misteriosa e complessa, che si espande in tre aree: le radici neurobiologiche, l’esperienza soggettiva, il valore sociale che definisce il senso di appartenenza ed i rapporti con gli altri.
Questi tre aspetti sono interconnessi e si influenzano a vicenda, rendendo le emozioni esperienze uniche e pervasive spesso difficili da descrivere.
Tentare di controllarle e gestirle può essere molto complicato, perché esse sfuggono spesso ai tentativi di regolazione. Come l’acqua, possono essere calme e limpide, oppure scure e tumultuose e quando vengono arginate per molto tempo, come le acque putride di uno stagno, dopo qualche tempo, iniziano a far sentire il loro sgradevole odore. Le emozioni non si fanno certo dimenticare!
C’è chi ne farebbe volentieri a meno, eppure le emozioni, hanno più di una funzione di fondamentale importanza per gli esseri umani ed anche per gli animali.
La funzione primaria delle emozioni
La biologia ci insegna che il compito della specie è rimanere vivi: l’istinto primario, quindi, è quello di mettersi in salvo, imparando prima possibile a distinguere tra minaccia e sicurezza.
Le emozioni primarie svolgono la funzione della sopravvivenza. La più importante è la paura, perché segnala che sta accadendo qualcosa di pericoloso per la propria vita ed induce a mettersi in salvo. La parola “segnale” indica con esattezza la funzione delle emozioni: segnalare che nell’ambiente sta accadendo qualcosa che gli organi percettivi colgono attivando e mettendo in movimento l’organismo. In questo modo ci si può organizzare per dare una risposta adeguata allo stimolo ricevuto.
A questo punto la domanda da porsi è: sono in grado di cogliere i segnali che arrivano dalle emozioni? Sono in grado di ascoltare e capire adeguatamente, senza esagerarli, senza minimizzarli oppure ignorarli, gli stimoli, a volte scomodi che provengono dal movimento emotivo?
Nel concetto di “emozione” vi sono una vasta gamma di manifestazioni, più veloci ed impulsive come un abbraccio o come la fuga, la rabbia di fronte ad un’offesa; più durature, che si chiamano sentimenti, come l’amore ed il rancore.
L’evoluzione delle emozioni in “stile di vita”
Nel loro intrecciarsi sui tre livelli citati precedentemente, le emozioni si basano sulla nostra esperienza dell’ambiente, entrano nella memoria collegandosi a profumi, sapori, luoghi, entrando nei pensieri attraverso il giudizio, la previsione di ciò che potrebbe accadere, sulla base di ciò che è già successo. A seconda degli eventi e dei vissuti emotivi, le emozioni possono protrarsi nel tempo più a lungo, fino a diventare uno “stile di vita” complicato o patologico, ad esempio nelle persone sempre spaventate, in difficoltà con la stima di sé e le relazioni, che si ritrovano ad avere nello stato di ansia pervasivo e cronico, oppure, quelle persone che in cuor loro si sentono sempre tristi, o che hanno subito traumi nei quali si sono sentite impotenti e sconfitte, fino a sfociare in uno stato di umore depresso pervasivo e cronico.
Nell’ articolo https://www.paolafraschettipsicologa.com/emozioni/ parleremo della funzione adattiva estrema dell’ansia, della rabbia e della depressione, del loro significato, il loro manifestarsi in maniera resiliente o disadattiva a seconda dello stile di attaccamento appreso nella famiglia d’origine.