Separato dall’intero dal sistema del sé, da secoli, il corpo in occidente ha assunto un ruolo sociale e culturale di “parte ombra di ogni valore”, un oggetto da mortificare, coprire, nascondere, maledire, un oggetto di cui vergognarsi, un oggetto che deve rientrare in standard e canoni psicosociali, per far si che la persona che lo possiede possa sentirsi accettabile.
Il corpo, separato dal suo insieme “mente-emozioni”, diventa un dualistico oggetto esterno da sé: da osservare, da giudicare, da controllare. Suo malgrado, il corpo diventa il simbolo e l’interprete di un malessere profondo, in cui
l’identità di sé, insicura e fragile, pretende di rifarsi, accanendosi su quella immagine, che deve diventare perfetta e che perfetta non sarà mai.
E allora l’immagine che si riflette nello specchio non potrà essere accettata, perché nella mente l’idea di quel corpo è un’altra e le due immagini, quella mentale e quella reale, non possono coincidere: un’azione che, per definizione, è chiamata “dismorfismo corporeo”.
Il dismorfismo corporeo
Il Disturbo da Dismorfismo Corporeo (Body Dysmorphic Disorder – BDD), detto anche dismorfofobia, è caratterizzato dalla preoccupazione per uno o più difetti percepiti nell’aspetto del proprio corpo e dalla messa in atto di comportamenti protettivi ossessivi e ripetitivi. Il DDB è caratterizzato da credenze rigide, distorsioni cognitive, comportamenti
protettivi di chiusura e ritiro sociale, perfezionismo.
Come si manifesta il disagio del proprio corpo?
La preoccupazione del proprio aspetto fisico occupa molte ore della giornata, il confronto con gli altri è continuo, si pensa di essere osservati e giudicati dagli altri, si è convinti di essere brutti; nascono, così, i tentativi di nascondere o correggere, anche con la chirurgia plastica, ciò che è pensato come difetto, controllandosi spesso allo specchio, chiedendo continuamente rassicurazione agli altri, evitando situazioni sociali e di farsi fotografare.
Una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare ha un rapporto conflittuale con il proprio corpo che spesso si associa al Disturbo da Dismorfismo Corporeo. Sono entrambi disturbi debilitanti, che condizionano negativamente la qualità della vita, danneggiando il funzionamento interpersonale e sociale della persona che ne soffre.
Nel BDD, ed anche nei Disturbi del Comportamento Alimentare, la vergogna è l’emozione sociale dominante, sia nello sviluppo che nel mantenimento del disturbo; la vergogna guida i comportamenti protettivi, che servono a non essere guardati e giudicati, come il controllo, il nascondere il corpo, camuffarsi esteticamente, evitare il confronto con gli altri, l’evitamento sociale.
La vergogna è la compagna impietosa e costante, di chi , soffrendo di un Disturbo del Comportamento Alimentare e di un Disturbo da Dismorfismo Corporeo, percepisce continuamente se stesso come difettoso e socialmente indesiderabile.
Bibliografia
Van Der KOLK Il corpo accusa il corpo, Raffaello Cortina Editore Fisher J. Guarire la frammentazione del sé , Raffaello Cortina Editore
Fraschetti P. Il peso delle relazioni bel comportamento alimentare, Edizioni Ducale
Onnis Luigi Corpo e Contesto Edizioni NIS
Phillips, K. A. (2000). Quality of life for patients with body dysmorphic disorder. The Journal of Nervous and Mental Disease, 188(3), 170–175.
Phillips, K. A. (2007). Suicidality in body dysmorphic disorder. Primary Psychiatry, 14(12), 58–66.
Phillips, K. A., Coles, M. E., Menard, W., Yen, S., Fay, C., & Weisberg, R. B. (2005). Suicidal ideation and suicide attempts in body dysmorphic disorder. The Journal of Clinical Psychiatry, 66(6), 717–725.
Phillips, K. A., Didie, E. R., & Menard, W. (2006). Clinical features and correlates of major depressive disorder in individuals with body dysmorphic disorder. Journal of Affective Disorders, 97(1), 129 135.
Phillips, K. A., Didie, E. R., Menard, W., Pagano, M. E., Fay, C., & Weisberg, R. B. (2006). Clinical features of body dysmorphic disorder in adolescents and adults. Psychiatry Research, 141(3), 305–314.
Phillips, K. A., Hollander, E., Rasmussen, S. A., & Aronowitz, B. R. (1997). A sever- ity rating scale for body dysmorphic disorder: Development, reliability, and validity of a modified version of the Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale. Psychopharmacology Bulletin, 33(1), 17–22.
Phillips, K. A., Menard, W., Fay, C., & Weisberg, R. (2005). Demographic char- acteristics, phenomenology, comorbidity, and family history in 200 individuals with body dysmorphic disorder. Psychosomatics, 46(4), 317–325.
Selvini Palazzoli M., Cirillo S., Selvini M., Sorrentino A.M. Ragazze anoressiche e bulimiche, Raffaello Cortina Editorre
Veale, D., & Gilbert, P. (2014). Body dysmorphic disorder: The functional andevolutionary context in phenomenology and a compassionate mind. Journal of Obsessive-Compulsive and Related Disorders, 3(2),