Fin da quando siamo piccoli ci insegnano che non è bene arrabbiarsi perché dobbiamo essere gradevoli, amabili, pazienti e “buoni”. È un luogo comune assimilare la rabbia alla cattiveria: per questo impariamo presto a soffocarla per conservare un’immagine accettabile agli occhi degli altri.
Soffochiamo la rabbia finché cominciamo a non riconoscerla più e la accumuliamo dentro di noi; allora questa emozione emerge sotto forma di aggressività o, completamente inibita, ci sentiamo frustrati e senza energie.
Rabbia versus aggressività
La confusione generale è proprio data dalla sovrapposizione della rabbia con l’aggressività. In realtà, l’aggressività, rappresenta solo una delle modalità, la meno sana, per far fuoriuscire in maniera violenta questa emozione. Tale emozione, essendo repressa e non valorizzata nella sua funzione, si deposita internamente diventando un terreno che scotta, una sorta di campo minato che fa paura perfino a noi stessi.
Ma se non ci hanno insegnato a comprendere ed esprimere la rabbia correttamente, come si può invertire la rotta per far sì che diventi una risorsa importante per la nostra vita? Il primo passo è assumere un atteggiamento di ascolto che non è solo interiore perché le emozioni si avvertono sul corpo.
E così possiamo scoprire che quando siamo arrabbiati il nostro corpo cambia modo di funzionare: il viso si arrossa, la pressione si alza, il cuore aumenta i battiti, sentiamo un calore nella testa e un gatto impazzito che ci graffia nel petto. Non vorremmo stare fermi, ma scattare in piedi e agire, correre anche se siamo barricati dietro la scrivania dell’ufficio o sorridenti di fronte ad un cliente o al proprio partner. In queste circostanze dissimulare può essere comodo e vantaggioso. Ma patto che riconosciamo di essere arrabbiati e riusciamo a comprendere verso cosa o chi è diretta la nostra rabbia.
Le funzioni della rabbia
Possiamo dire, in generale, che la rabbia s’innesca quando percepiamo un’ingiustizia, un tradimento. Quel graffio interno che si avverte ci riporta al dolore di una lacerazione, di una ferita diretta all’amor proprio, a un sentimento, a una relazione significativa. Questo dolore che si avverte può portare a percorrere due strade: una conduce alla tristezza e all’amarezza per la ferita subita; l’altra vede la rabbia come un movimento verso una trasformazione. La rabbia (come sosteneva Gandhi, la rabbia è la benzina che serve per spostarsi, alla ricerca di un benessere più elevato).
Ricordiamo che in senso evolutivo la rabbia è stata selezionata insieme a tutte le altre emozioni per garantire la sopravvivenza dell’uomo. Perciò ha una funzione indispensabile di prepararci all’azione. Riconoscere e gestire questa emozione, lontana dall’essere negativa, ci fornisce informazioni preziose nelle situazioni di vita quotidiana. Inoltre, ci rende attenti e pronti a difendere il nostro benessere quando percepiamo di non essere trattati con giustizia, rispetto e dignità.
Imparare a sentire la rabbia senza agirla
Per ciò che abbiamo detto, è importante darsi l’autorizzazione ad arrabbiarsi senza diventare violenti, comprendendo bene qual è il confine che dalla rabbia sfocia nell’aggressività. Una rabbia sana profuma di rispetto per sé stessi e per gli altri ed è sempre legittima.
Possiamo insegnare ai nostri bambini che essere arrabbiati non vuol dire essere cattivi, bensì significa collegare la mente con il cuore per reagire alle sopraffazioni senza trasformarsi in bulli. Si può ammettere di essere arrabbiati e comunicarlo in maniera assertiva per avere relazioni più autentiche e più sane.
La violenza mai!
Urlare, picchiare e terrorizzare gli altri si allontana dall’emozione originale per agganciare sentimenti tristemente distruttivi come l’odio. Non abbiamo bisogno dell’odio, ma della rabbia sì, perché accende quel fuoco che ci mette in movimento verso soluzioni migliori per la nostra vita.
Con questo breve articolo ci auguriamo di aver offerto al lettore un ampio spunto di riflessione su di sé e sul suo rapporto con gli altri; sulla propria capacità di autorizzarsi a sentirsi arrabbiato, sulla propria capacità di saper usare l’emozione della rabbia in modo intelligente senza agirla, senza aggressività, senza violenza. Nel caso in cui non ci fossero queste capacità, noi suggeriamo di chiedere aiuto ad uno Psicologo regolarmente iscritto all’Albo.
A presto…con un altro articolo!
Dott.ssa Paola Fraschetti