
Uno degli esiti più frequenti e insidiosi dell’abuso sessuale infantile è l’interiorizzazione
della colpa. Il bambino, privo degli strumenti per comprendere la dinamica abusiva,
interpreta spesso l’evento alla luce della propria curiosità sessuale naturale, finendo per
attribuirsene la responsabilità. Questa distorsione cognitiva lo porta a credere di aver
“partecipato” o addirittura “voluto” l’abuso, innescando sentimenti di vergogna e un senso
di impurità.
Nel tempo, questo vissuto si consolida in un’immagine mentale di Sé debole, sbagliata e
inadeguata, che mina alla base la fiducia personale e l’autostima. La vittima tende a
percepirsi come colpevole, come soggetto incapace di difendersi e meritevole di punizione o
rifiuto.
Il Sé danneggiato: insicurezza e fragilità emotiva
Il maltrattamento infantile, e in particolare l’abuso sessuale, danneggia in profondità lo
sviluppo del senso del Sé. In particolare, compromette la funzione riflessiva, cioè la capacità
del bambino di comprendere e interpretare gli stati mentali propri e altrui. Questa funzione
è fondamentale per lo sviluppo dell’empatia, dell’autoregolazione emotiva e della capacità
di mentalizzazione.
In presenza di un ambiente relazionale disfunzionale, spesso caratterizzato da negazione,
silenzio o addirittura colpevolizzazione, il bambino non riceve un rispecchiamento affettivo
e cognitivo valido.
Il ruolo dell’attaccamento e della relazione con l’altro in seguito all’abuso
Alla base di questi effetti traumatici c’è la rottura dell’attaccamento sicuro. Un bambino ha
bisogno di adulti affidabili per organizzare la propria vita emotiva. Ma se proprio chi
dovrebbe proteggerlo – o chi fa parte del suo ambiente relazionale – è fonte di pericolo o
ambiguità, allora la capacità del bambino di sviluppare fiducia viene gravemente
compromessa.
Variabilità dei sintomi e contesto relazionale
Non tutte le vittime di abuso sviluppano gli stessi sintomi. La variabilità delle tendenze
psicopatologiche osservate – ansia, depressione, disturbi dissociativi, disturbi del comportamento alimentare o della personalità – è legata sia alla gravità dell’abuso, sia al contesto ambientale in cui il bambino vive: il grado di protezione familiare, la presenza di
adulti significativi, la possibilità o meno di parlare e comprendere l’accaduto.

Conclusione: ricostruire il Sé dopo l’abuso
La psicoterapia può rappresentare un percorso fondamentale per la ricostruzione di un Sé
danneggiato dall’abuso. Attraverso una relazione terapeutica fondata sulla fiducia,
sull’ascolto e sulla validazione del dolore, è possibile rimettere in moto quei processi di
sviluppo emotivo e riflessivo che erano stati interrotti.
Non si cancella la ferita, ma si può restituire dignità alla persona, aiutandola a distinguere la
responsabilità dell’adulto da quella del bambino che era. E a ritrovare un senso di sé capace
di amare e di essere amato, senza vergogna, senza paura.
Bibliografia di riferimento
- Abuso sessuale: l’impatto psicopatologico sul percorso esistenziale e sviluppo di
disturbi psichiatrici – Giornale Italiano di Psicopatologia. Disponibile su:
https://old.jpsychopathol.it - Maltrattamento infantile: le conseguenze a breve e a lungo termine – State of Mind.
https://www.stateofmind.it/2017/02/maltrattamento-infantile-conseguenze - Maltrattamento e abuso all’infanzia. Indicazioni e raccomandazioni – CNOP.
https://www.psy.it/wp-content/uploads/2019/07/Maltrattamento-e-abuso-
allinfanzia.-Indicazioni-e-raccomandazioni_luglio.pdf