La relazione con il cibo è caratterizzata da significati simbolici e comunicativi, poiché il cibo non rappresenta
solo un mero nutrimento, ma è intrinsecamente legato a valori emotivi e relazionali.
Nella grande avventura umana, l’atto di mangiare non è stato solo un’azione istintiva come negli
animali, ma è diventato un rituale di condivisione e umanizzazione. Con il passare del tempo,
abbiamo disciplinato non solo il momento in cui ci sediamo a tavola, ma anche ogni singolo gesto.
Le storie degli individui mostrano come il nutrimento fisico ed emotivo siano strettamente
intrecciati: la relazione primaria con la madre influenza il rapporto del soggetto.
Le relazioni interpersonali si intrecciano in modo complesso nella vita di un individuo ed, in
particolare, la connessione iniziale che si instaura tra madre e figlio/a può influenzare il rapporto
futuro di quest’ultimo/a con il cibo: il clima emotivo, la qualità del sostegno ed il rispecchiamento
comunicativo che l’accompagna si registrano nella memoria affettiva inconscia del bambino/a,
dove il rapporto con il cibo e con gli altri prende forma.
LE RELAZIONI INTERPERSONALI E IL RAPPORTO CON IL CIBO
La qualità della nostra relazione con il cibo dipende dai nostri vissuti primari: l’essere amati e
l’essere nutriti sono esperienze emotivamente legate tra loro. La qualità delle emozioni come
l’ingordigia, la moderazione, il rifiuto, il piacere, l’equilibrio, la sregolatezza e la capacità di auto-
regolazione delle emozioni sono tra le esperienze che ne derivano.
Il significato del cibo nelle relazioni umane, come dono simbolico, ricco di significati affettivi e
relazionali, è presente in tutte le culture e celebrazioni sociali e familiari: Il cibo non solo consolida
legami, ma è anche usato per stringere alleanze e definire appartenenze.
Nella società, la condivisione del cibo e delle bevande è un modo per rafforzare i legami tra le
persone e mostrare rispetto e apprezzamento per gli altri. Le cerimonie sono spesso
accompagnate da musica, danze e giochi che coinvolgono tutti i partecipanti, creando un senso di
appartenenza e di comunità. Inoltre, questi eventi sono un’opportunità per esprimere gratitudine
per i doni della natura e per le benedizioni della vita. Anche se alcune di queste tradizioni sono
cambiate nel corso del tempo, molte comunità continuano a mantenere queste celebrazioni come
parte integrante della loro cultura e della loro identità.
Nella società dell’opulenza il “più è meglio” non è più un valore assoluto come nel passato ed il
cibo diventa uno simbolo di status, non in termini di quantità ma di qualità e presentazione! Le
classi meno agiate sono costrette a nutrirsi con cibi di media o scarsa qualità, mentre i più
benestanti sfoggiano le loro prelibatezze culinarie curandone la qualità e l’immagine nella cura
della presentazione delle pietanze.
Ne deriva inoltre una particolare attenzione al cibo sano e naturale, come ad esempio anche il cibo
biologico è diventato un simbolo di status che rappresenta un’ulteriore connotazione: non è
contaminato dalla fabbrica né dall’inquinamento, il che lo rende non solo sano, ma anche
rispettoso dell’ambiente, ecologico. E se non bastasse, la sua qualità è associata ad effetti positivi
sulla salute, migliorando il benessere e la longevità dell’individuo. Inoltre, la scelta di mangiare
“bio” ha un impatto etico e morale sulla nostra società, con un risparmio delle risorse e una
protezione dell’ambiente. Tuttavia, in questo significato di “sano” estremizzato l‘ortoressia può
trovare le sue fondamenta.
ORTORESSIA: SCOPRIAMO LE SUE CARATTERISTICHE
L’ortoressia è un comportamento disfunzionale formato da un disturbo del comportamento
alimentare e dal disturbo ossessivo compulsivo di personalità.
Come accade nelle persone che soffrono di anoressia e bulimia, anche le persone che soffrono di
un disturbo ortoressico, assegnano al cibo il significato di valore attraverso il quale tentare di tutelare
e accrescere la propria autostima, con la differenza che prestano maggiore attenzione alla qualità
del cibo che sulla quantità e non prestano così tanta attenzione al peso e all’immagine corporea,
ma alla salute fisica.
È all’attenzione spasmodica ed esagerata della qualità del cibo che si ravvede il comportamento
del disturbo ossessivo compulsivo di personalità, dove il bisogno di controllo è imperante. La
persona ortoressica si impone regole estremamente rigide sulle quali basa la propria autostima:
non osservarle porta a vivere sensi di colpa e bassa autostima. Nel tentativo di ripristinare un
buon livello di autostima, la persona che soffre di ortoressia tende a indurire ulteriormente le
proprie regole cercando sostegno in ambienti che favoriscono la loro applicazione e trascurando in
modo importante la vita relazionale.
“Le dipendenze comportamentali sono nuove forme di dipendenza in cui non è presente
l’uso di sostanze chimiche. L’oggetto della dipendenza è, infatti, un comportamento o
un’attività lecita e socialmente accettata. Tali dipendenze si manifestano nell’urgente
bisogno di praticare suddetta attività e possono arrivare a compromettere l’esistenza del
soggetto stesso e il suo sistema relazionale, divenendo vere e proprie patologie, con
sintomi simili a quelli presenti nella tossicomania e
nell’alcolismo.”(https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S03930645100001
13)
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relazioni nel comportamento alimentare” a questo link: https://amzn.to/48Qm07K
Paola Fraschetti
Bibliografia
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0393064510000113
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