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Pregiudizio sul peso corporeo

pregiudizio sul peso

Nella società attuale, svalutante e critica, tendente a un inesistente perfezionismo materiale e superficiale, l’obesità e i disturbi del comportamento alimentare, sono spesso stigmatizzati. Questo perché la magrezza e l’essere in forma sono considerati standard del “bello” e tutto ciò che non rientra in questi canoni è stigmatizzato. Spesso si denotano le persone in sovrappeso non desiderabili da un punto di vista fisico e, addirittura, con difetti caratteriali.

Uno studio del 1985 di Wadden & Stunkard (Wadden, T.A. and A.J. Stunkard, Social and psychological consequences of obesity. Annals of Internal Medicine, 1985. 103: pp. 1062-1067) descrive come già a sei anni, i bambini nei paesi dell’Unione Europea percepiscono i coetanei obesi come “pigri, sporchi, stupidi, brutti, bugiardi e imbroglioni”’.

Le persone colpite da Disturbi del comportamento alimentare rientrano in ogni fascia di età; facilmente troviamo anche donne mature che hanno un rapporto conflittuale con il proprio corpo e col cibo.

Cos’è lo stigma a livello corporeo?

Lo stigma legato alla salute è un fenomeno che consiste nella presenza di pregiudizi, discriminazioni, colpevolizzazioni e comportamenti penalizzanti ed emarginanti nei confronti di individui affetti da particolari condizioni cliniche (obesità, malattie mentali, diabete, HIV/ADS). I pregiudizi possono interferire con la cura di tali patologie e influire negativamente sulla risoluzione del problema.

Fu il sociologo Erving Goffman nel 1963 a teorizzare il concetto di stigma con la sua opera «Stigma. L’identità negata»: attributo che declassa, etichetta e disonora un individuo in maniera permanente per deformità mentali e/o fisiche.

Già nell’antica Grecia il termine “stigma” indicava segni permanenti impressi a fuoco o incisi tramite coltello, attraverso i quali si comunicava lo status di schiavo, criminale o traditore di un soggetto.

Il pregiudizio sul peso

Spesso le persone in sovrappeso o obese vengono discriminate e trattate con pregiudizi. In questi casi si parla di pregiudizio sul peso (weight bias), termine adottato per indicare quegli atteggiamenti negativi che influenzano le nostre relazioni interpersonali in un certo modo. (Brownell KD, Puhl RM, Schwartz MB, Rudd L (edited by). Weight Bias: Nature, Consequences and Remedies”, New York: 2005. The Guildford Press).

Le sue manifestazioni

Il pregiudizio sul peso può essere più o meno manifesto e ha diverse modalità di espressione:

  • Derisione o presa in giro verbale: attribuzione di soprannomi negativi legati al peso, insulti, appellativi denigratori ecc.
  • Bullismo: in particolare a livello fisico (spintoni, calci, pugni, ecc.) e tramite le nuove tecnologie (cyberbullismo)
  • Esclusione sociale: la naturale conclusione del fatto di essere evitati, presi in giro, fatti oggetto di pettegolezzo, additati, ecc.. (Brownell KD, Puhl RM, Schwartz MB, Rudd L (edited by). Weight Bias: Nature, Consequences and Remedies”, New York: 2005. The Guildford Press).

Gli ambiti colpiti negli adulti

Per quanto riguarda gli adulti, il pregiudizio sul peso trova la sua manifestazione nei seguenti ambiti:

  • Familiare: sono spesso i propri cari che fanno affermazioni cariche di pregiudizio nei confronti dei propri familiari in sovrappeso o obesi. Uno studio del 2006 ha indagato lo stigma legato al peso e le fonti del pregiudizio in un campione di 2.400 donne adulte in sovrappeso o obese in una percentuale del 72%. (Puhl R, Brownell KD. Confronting and coping with weight stigma: An investigation of overweight and obese individuals. Obesity. 2006; 14: pp.1802-1815.);
  • Relazionale e affettivo (rapporti interpersonali, relazioni sentimentali, sessuali): l’obesità spesso crea difficoltà all’interno della vita di coppia, con i propri amici e conoscenti. La sessualità è a volte limitata, se non assente, in seguito a isolamento sociale, stigma e/o difficoltà oggettive di movimento. Le conseguenze relazionali e affettive sono particolarmente rilevanti. (Puhl R, Brownell KD. Confronting and coping with weight stigma: An investigation of overweight and obese individuals. Obesity. 2006; 14: pp. 1802-1815.)
  • Universitario: uno studio del 1994 condotto negli USA, ha evidenziato come per gli studenti in sovrappeso o obesi, l’esperienza scolastica sia caratterizzata da continuo pregiudizio e discriminazione.  (1994 Report on Discrimination Due to Physical Stance, National Education Association.) A questa situazione di pregiudizio e discriminazione scolastica, ne conseguono, negli anni, conseguenze socio-economiche.
  • Lavorativo: il pregiudizio sul sovrappeso e l’obesità sembra accompagnare ogni fase del processo dell’esperienza lavorativa.  Dalla selezione, dove l’apparenza ha un peso notevole, soprattutto in lavori, ad esempio, del settore vendita. Di seguito, anche durante l’assunzione, si può riscontrare una minore probabilità di essere promossi; una Retribuzione inferiore; una maggiore probabilità di essere licenziati. A ciò si aggiungono gli stereotipi che etichettano lòe persone obese o in sovrappeso come “pigre”, “meno competenti”, “negligenti”, “emotivamente instabili”.

Quali aree danneggia nell’individuo il pregiudizio sul peso

La salute fisica

Una recente ricerca del 2006 su 2.000 donne in sovrappeso o obese ha riscontrato che una netta maggioranza (79%) del campione di donne ammette di aumentare il proprio consumo di cibo come meccanismo per affrontare lo stigma legato al peso e allo stress.  La persona in sovrappeso o obesa tende, sotto stress, a sfogarsi con il cibo invece di adottare strategie più salutari di gestione della tensione e dell’ansia. Inoltre, chi è in sovrappeso o obeso, è meno propenso a intraprendere un’attività fisica: le persone obese difficilmente frequentano le palestre in quanto si sentono osservate, svalutate e quindi provano sentimenti di vergogna e inadeguatezza. Si prova disagio anche nei controlli medici perché, in ambito sanitario, nel rapporto col paziente, spesso l’anamnesi non è accompagnata da un ascolto attivo ed empatico che tenga conto dell’importanza delle emozioni, delle preoccupazioni e dei bisogni della persona. L’ambiente viene percepito come giudicante, allontanando le persone malate.

La salute psichica (psicologica)

Vi sono una serie di conseguenze psicologiche negative per gli adulti vittime di pregiudizio sul peso, tra cui depressione, ansia, bassa autostima.

Le relazioni interpersonali e affettive

La persona obesa viene generalmente respinta dal gruppo dei pari per cui diminuiscono le possibilità di intraprendere attività sociali e relazionali piacevoli, con la probabilità di incontrare nuove persone, un partner. E anche quando il gruppo è accogliente, vi è comunque un crescente isolamento sociale dovuto spazi sociali spesso inadeguati: dai sedili dei mezzi pubblici alle poltrone delle sale cinematografiche e teatrali, dalle sedie nei bar o nei ristoranti, sui voli aerei, fino alla difficoltà nella ricerca di abbigliamento ‘alla moda’.

La condizione socioeconomica 

Il pregiudizio legato al peso è particolarmente pesante e rilevante nell’ambito scolastico e lavorativo, con possibili ricadute sullo status socioeconomico della persona. A livello scolastico prima e universitario poi, la persona incontra numerose difficoltà e ostacoli con la conseguenza che viene scoraggiata e rischia di ottenere un titolo di studio inferiore alle reali capacità con posizioni lavorative e retribuzioni inferiori alle proprie potenzialità. Uno studio ha dimostrato che uomini e donne (16-24 anni) in sovrappeso percepivano, dopo 7 anni, salari inferiori a soggetti con caratteristiche simili ma normopeso. (Gorthmaker SL, Must A, Perrin JM, Sobol AM, Dietz WH. Social and economic consequences of overweight in adolescence and young adulthood. N Engl J Med. 1993 Sep 30; 329 (14): 1008-12. Sargent JD, Blanchflower DG. Obesity and stature in adolescence and earnings in young adulthood. Arch Pediatr Adolesc Med. 1994 Jul; 148(7): pp. 681-7.)

Le conseguenze economiche del pregiudizio sul peso

In base a studi effettuati a livello internazionale, si è riscontrato che i costi economici legati all’obesità e al sovrappeso rappresentano dal 2% al 7% dei costi sanitari totali. (World Heath Organization, Obesity: preventing and managing the global epidemic. WHO Technical Report Series 894. 2000: Geneva.) In Francia, per esempio, il costo ammonta al 2% circa della spesa sanitaria totale; In Inghilterra al 0,5 miliardi di sterline. Il costo umano stimato è di 18 milioni di giorni di malattia all’anno e 30.000 decessi all’anno, che determinano una perdita di 40.000 anni di vita lavorativa e un accorciamento della vita di nove anni in media.

Come venire guarire dal pregiudizio sul peso

È fondamentale essere consapevoli del pregiudizio sul peso e delle problematiche a esso legato per poter intraprendere iniziative per prevenire il pregiudizio in tutte le sue forme e negli ambiti in cui si esplicita. Spesso non basta la buona volontà per guarire. Si suggeriscono varie modalità, interconnesse tra loro, per accompagnare il processo di guarigione:

  • Sostegno e la consulenza di medici e nutrizionisti PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia). Questa disciplina studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici, ovvero, studia come nell’interpretazione della malattia, la psiche e la biologia si condizionano reciprocamente.
  • Educazione terapeutica. Ci sono delle buone regole da seguire: amorevole gentilezza, accettazione di sé, spiritualità e valori. Questi “aspetti umani”, che speso mancano quando si affronta il tema dell’obesità, permettono di superare il problema dello stigma a livello corporeo e dei pregiudizi che ne conseguono.
  • La psicoterapia legata alla correzione degli aspetti disfunzionali del sé e alla ricostruzione dei significati di sé e del mondo.

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